Enzo Jannacci nasce a Milano il 3 giugno del 1935. Laureato in medicina all’Università degli Studi del capoluogo lombardo si specializza in chirurgia generale, esercitando in seguito la professione di medico chirurgo. Mentre frequenta il liceo classico (dove conosce Giorgio Gaber) e poi l’Università studia anche al Conservatorio, diplomandosi in pianoforte. Il suo esordio artistico avviene nell’ambito del jazz, accanto a grandi maestri come Chet Baker, Gerry Mulligan, Stan Getz e Bud Powell, a cui si ispira per l’originale tecnica pianistica. E’ anche tra i primi, in Italia, a innamorarsi del rock’n’roll: suona con Tony Dallara, Luigi Tenco e Adriano Celentano, mentre con il vecchio amico Gaber forma un duo, I Due Corsari, con cui pubblica i primi dischi per la Ricordi (il brano più celebre in repertorio, “Una fetta di limone”, farà da apripista oltre vent’anni dopo a una fugace rimpatriata sotto il nome Ja-Ga Brothers).
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Nato a Le Roncole di Busseto, in provincia di Parma, il 10 ottobre 1813 da una famiglia umile, Giuseppe Verdi apprese le prime nozioni sulla musica dall'organista della chiesa locale. Trasferitosi a Milano, non fu ammesso al Conservatorio perché aveva superato i limiti di età e si formò alla scuola di Vincenzo Lavigna, maestro del Teatro della Scala. A contatto con l'ambiente culturale milanese, Verdi scelse la strada del teatro in musica e presentò la sua prima opera "Oberto, conte di San Bonifacio" al pubblico scaligero nel 1839, con un discreto successo. Nel 1840 seguì l'opera buffa "Un giorno di regno" che si rivelò un fiasco, ma, su insistenza dell'impresario Bartolomeo Merelli che aveva già firmato due contratti con il compositore, Verdi scrisse il "Nabucco", su libretto di Temistocle Solera, con cui trionfò alla Scala nel 1842. Il talento verdiano fu confermato dalla successiva opera "I lombardi alla prima crociata", rappresentata nel 1843 ed animata dalla stessa tensione alla potenza dello spettacolo, grandioso e a toni forti. Una novità giunse con "Ernani", l'opera presentata a La Fenice di Venezia l'anno successivo, in cui il compositore introdusse motivi dedicati all'approfondimento psicologico dei personaggi, dal carattere appassionato, che ben si adattava al clima dello slancio patriottico destinato a culminare nei moti del 1848. «Tranquilli, non muoio, vado solo a suonare da un'altra parte» Gianni Basso, nasce ad Asti il 24 maggio 1931. Si trasferisce, con la famiglia, in Belgio, dove trascorre la sua infanzia. Inizia presto a studiare il clarinetto prima, per passare, successivamente al sax tenore. Nel 1946, a soli 15 anni, entra nella big band belga di Raoul Falsan dando prova, fin da subito, del suo grande talento musicale. Nel 1950 torna in Italia. Adottate le sonorità del cool jazz di musicisti come Chet Baker e Gerry Mulligan, fonda, insieme al trombettista Oscar Valdambrini, il “Basso-Valdambrini Quintet”. Con questa formazione collabora con i più grandi nomi del jazz italiano come i trombonisti Dino Piana e Mario Pezzotta, i sassofonisti Glauco Masetti e Attilio Donadio, il batterista Gianni Cazzola, il pianista Renato Sellani. Sempre negli anni ’50 si unisce a loro il sax contralto Attilio Donadio. A Trieste il 27 aprile 1923 nasce – da Sidonia Semani e Mario Luttazzi – Lelio Luttazzi. Frequenta le elementari a Prosecco a pochi chilometri da Trieste, dove la mamma è maestra elementare. E’ a Prosecco che prende le prime lezioni di pianoforte dal Parroco Don Crisman. Ritorna a Trieste e si iscrive al Liceo Petrarca. Instaura una grande amicizia con un suo compagno di classe Sergio Fonda Savio, il nipote di Italo Svevo. All’Università studia Lettere. In quel periodo partecipa con altri studenti ad uno spettacolo al Teatro Rossetti nel quale si esibisce al pianoforte ed accompagna Ernesto Bonino (allora uno dei cantanti più in voga) che gli chiede di scrivere una canzone per lui. Ella Jane Fitzgerald nasce a Newport News il 25 aprile, 1917. Il padre William e la madre Temperance (Tempie), si separano poco dopo la sua nascita. Insieme, Tempie ed Ella si trasferiscono a Yonkers, il N.Y, dove Tempie si unisce al fidanzato Joseph Da Silva. Nel 1923 nasce Frances, sorellastra di Ella. Per sostenere la famiglia, Joe e Tempie lavorano duramente. Anche ella contribuisce con piccoli lavori per aiutare i genitori. Occasionalmente Ella partecipa con piccoli lavori per aiutare i genitori. Forse per ingenuità talvolta lavora negli ambienti delle scommesse. Ella è considerata un maschiaccio, gioca spesso a baseball. Le piace però anche ballare e cantare con gli amici. Qualche volta, con loro prende il treno tutti insieme vanno all’Harlem Apollo Theatre. Nel 1932, Tempie muore, in seguito alle ferite riportate in un incidente automobilistico. Per Ella è un colpo durissimo. La zia materna, Virginia, porta con sé Ella. Non trascorrerà molto tempo che il patrigno morirà per un attacco di cuore. La piccola Frances va anche lei presso Virginia. Per stabilire la nascita del Teatro Regio di Torino dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, e precisamente all’inizio del 1700. Vittorio Amedeo II chiama a Torino l’architetto messinese Filippo Juvarra, lo nomina primo architetto civile nel settembre del 1714. Juvarra deve occuparsi dello sviluppo della città. Si mette all’opera e dona a Torino nuove sembianze, dandole un orientamento romano, sempre più lontano dalla linea francese. Torino si arricchisce di piazze e porticati, pensati come spazi di ricevimento per chi arriva dalla Francia o da Milano. Nel 1716 realizza progetti per i Quartieri Militari, elabora una nuova idea di piazza con portici e uno spazio che da semicircolare diviene quadrato. Nel 1718 si apre il cantiere di Palazzo Madama, destinato a Maria Giovanna Battista di Savoia. Eleanor Fagan Gough (vero nome di Billie Holiday) nasce il 7 aprile 1915, frutto di una notte d’amore fra Clarence Holiday, suonatore di benjo appena sedicenne e Sadie Fagan, ballerina di fila di soli tredici anni. Clarence non sposerà Sadie e non si occuperà della sua bambina. E lei, Billie, una volta divenuta grande e famosa, forse per questo rifiuterà di cantare a suo fianco. I primi anni della sua vita, a Baltimora. Nel 1927, con la madre si trasferisce a New York. Siamo in pieno proibizionismo, il denaro manca, la malavita impera. Ci si avvicina alla Grande Depressione, i ricchi impoveriscono e i poveri sono sempre più disperati. Billie, che appartiene alla seconda categoria sociale arriverà a prostituirsi per racimolare un po’ di denaro che permetta a lei e la madre di sopravvivere. La sua voce e il suo talento l’aiutano, per fortuna. Nei locali e nei club, dove si vende alcool clandestinamente, si fa spettacolo. Billie si presenta, cercano ballerine. Lei non sa ballare, ma sa cantare. E non solo sa cantare, è anche tanto brava. L’assunzione è immediata. Le compagne di lavoro, la battezzano “Lady”, “Signora”, perché rifiuta di prendere mance dai clienti lasciandosi mettere le banconote tra le cosce, come invece lasciano fare le colleghe. Arturo Toscanini nasce a Parma il 25 marzo del 1867. Suo padre Claudio combatte accanto a Giuseppe Garibaldi nelle famosa giornata di Aspromonte. La sua partecipazione a questa battaglia gli costa la condanna a morte, poi commutata in una pena detentiva di tre anni. La mamma di Arturo, Paola, fa la sarta e si occupa di portare avanti l'economia famigliare, perché il marito, piuttosto che lavorare, preferisce intrattenersi con gli amici davanti ad un buon bicchiere di vino. Arturo cresce tra silenzi e liti, sviluppando una forte passione per la musica, alimentata anche dalle arie del "Rigoletto" e de "La Traviata" che il padre suole cantare. In famiglia non si accorgono della sua passione. Se ne rende conto però la maestra Vernoni, che gli offre gratuitamente lezioni di solfeggio e pianoforte. Astor Piazzolla nasce nella città di Mar Del Plata (Argentina) l’11 Marzo 1921. Dal 1924 al 1937 vive coi suoi genitori a New York. Nel 1930 inizia a studiare il bandoneon, si perfeziona in seguito sotto la guida del Maestro Bela Wilda (alunno di Sergej Rachmaninov), adattando composizioni per piano al bandoneon. Il grande Carlos Gardel (il più famoso interprete di tango nella storia), lo incontra a New York e lo invita, appena quattordicenne, a incidere vari temi per il suo film "EL DIA QUE ME QUIERAS". Nel 1937 ritorna in Argentina, a Buenos Aires, dove inizia a lavorare come bandeonista e arrangiatore nell’Orchestra di Anibal Troilo. Nell’anno 1940 comincia a studiare con Alberto Ginastera e nel 1946 forma la sua prima orchestra; nello stesso periodo si dedica alla musica da concerto e compone opere da camera e per grande orchestra. Nel 1950 lascia l’orchestra per dedicarsi completamente alla composizione. Nel 1952 riceve il premio EMPIRE TRACTOR CO. USA per la composizione "RAPSODIA PORTEÑA". Nel 1953 vince il premio FABIEN SEVITZKY con la sinfonia "BUENOS AIRES" e nel 1954 ottiene il premio MENZIONE DEI CRITICI MUSICALI DI BUENOS AIRES per la "SINFONIETTA". In questo periodo studia direzione orchestrale con Hermann Scherchen e il Governo Francese, l’anno dopo, gli offre una borsa di studio. A Parigi studia da Nadia Boulanger; la quale gli consiglia di continuare con la musica popolare dicendogli “Qui c‘è Piazzola, non lasciarlo mai!”. Al ritorno dalla Francia, forma due complessi: "EL OCTETO DE BUENOS AIRES" e "LA ORQUESTA DE CUERDAS" che rivoluzionano tutta la musica di Buenos Aires attirandosi le più severe critiche, ma questo non lo fa desistere da continuare nel genere da lui sentito profondamente. Viene boicottato dalle case discografiche, dalla radio e dalla televisione e per questa ragione si trasferisce a New York nel 1958, dove lavora come arrangiatore. Dopo due anni ritorna a Buenos Aires e forma un quintetto, sempre più convinto che il tango sia una musica da ascoltare e non da ballare. Tiene concerti, incide dischi e compie numerose tournèe in Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Stati Uniti ecc. Nel 1963 riceve il premio "Hirsch", compone "TRES MOVIMIENTOS SINFONICOS" che Paul Klecki dirige quello stesso anno. Nel 1967 Piazzolla scrive con il poeta Horacio Ferrer la piccola opera "MARIA DE BUENOS AIRES". Più avanti compone "TANGAZO" su richiesta del Maestro Pedro Ignacio Caldenòn, direttore de Ensemble Musical de Buenos Aires che lo rappresenterà durante la tournèe negli Stati Uniti; "TANGO SEIS" per i Melos Ensemble ed in "MILONGA EN RE" per il violinista Salvatore Accardo. Continuando a lavorare con Ferrer, per Piazzolla inizia una nuova esperienza: il tango-canzone. Nel 1969 il tema "BALADA PARA UN LOCO" diviene il maggior successo dell’anno in diversi paesi sudamericani, battendo tutti i record di vendita in Argentina. Questo genere, apparentemente più commerciale, gli dà la possibilità di avvicinarsi al grosso pubblico. Ai suoi concerti, prima riservati ad un ristretto numero di interlocutori, affluisce ora un pubblico sempre più numeroso che finalmente riconosce in Piazzolla la più autentica espressione della musica di Buenos Aires. Nel 1970 torna a Parigi e dimora nella Citè des Arts (Mozarteum) per cinque mesi, durante i quali compone, sempre con Ferrer, un oratorio: "EL PUEBLO JOVEN", la cui prima rappresentazione viene data a Saarbruken. Nel Settembre del 1971 forma il suo CONJUNTO NUEVE, ed è ora la "Municipalidad de la ciudad de Buenos Aires" che lo scrittura per due anni per dare concerti in tutta l‘Argentina e all‘estero. I suoi più grandi trionfi li ottiene a Caracas, Rio de Janeiro, San Paolo, Santiago del Cile. Nell‘Aprile del 1972, dopo averlo avuto ospite al Festival Internazionale ONDA NUEVA di Caracas, il M° Aldo Pagani che successivamente diventerà suo editore e produttore, trova l‘occasione di presentare Piazzolla e il suo "NONETO" al pubblico italiano, organizzando due concerti presso l‘Istituto Italo-Latino-Americano in Roma e facendogli registrare per la RAI la trasmissione "TEATRO 10" presentata da Alberto Lupo. Ospite fissa di questa trasmissione, la cantante MINA che estasiata dalla musica di Piazzolla ha voluto assolutamente registrare con lui il brano "BALADA PARA MI MUERTE". Per la prima volta il 17 Agosto 1972 tiene un concerto nel famoso TEATRO COLON di Buenos Aires e i preparativi dello stesso lo costringono a rifiutare l’offerta fattagli dal regista Bertolucci di scrivere le musiche del film "ULTIMO TANGO A PARIGI". Dedica comunque a questo film il brano "JEANNE Y PAUL". Sempre in Agosto presenta al Teatro Coliseo la prima del suo "CONCIERTO DE NACAR" per nove solisti e per la "Ensemble Musical de Buenos Aires". Negli ultimi anni preferiva esibirsi in concerti come solista accompagnato da orchestre sinfoniche eseguendo naturalmente composizioni sue, non disdegnando nemmeno d’effettuare qualche concerto con il suo quintetto (la formazione più amata). Ha registrato con Lalo Schifrin e con la St. Luke Orchestra “ACONCAGUA” (Concierto para bandoneon y Orquesta) e "TRES TANGOS". Invece con l‘Orchestra Filarmonica di Caracas, diretta dal M° Aldemaro Romero, la "SUITE PUNTA DEL ESTE", con i Kronos Quartet ha inciso la suite intitolata "FIVE TANGO SENSATIONS" che è rimasta nella Top classica album per più di un anno negli USA. Astor Piazzolla è uno dei pochi che ha registrato tutte le sue opere (oltre 600) approssimativamente su una cinquantina di Long Playing. Anche il cinema non è rimasto immune al fascino della sua musica e ne sono esempi le colonne sonore dei films "ERNRICO IV" di Marco Bellocchio, "CADAVERI ECCELLENTI" di F. Rosi, "EL EXILIO DE GARDEL" e "SUR" di Fernando Solanas, "TWELVE MONKEYS" di Terry Gillian; ha collaborato a film di Jean Moreau, Alain Delon, Trintignan ecc. e ha composto musiche per teatro e balletti. Il regista Gabriele Salvatores ha presentato alla mostra del Cinema-Festival di Venezia 2000 il film "DENTI" la cui colonna sonora contiene il brano "El Penultimo". Muore a Buenos Aires il 4 Luglio 1992. La giuria del Premio Critica discografica italiana nel 1974 ha assegnato all’ unanimità ad Astor Piazzolla il Primo Premio Assoluto per il miglior disco di musica strumentale, con la seguente motivazione: "Per la validità delle composizioni e per la sorprendente inventiva degli arrangiamenti che conferiscono al tango una dimensione del tutto nuova". Nel 1993 a Los Angeles il brano "OBLIVION" ottiene la nomination al GRAMMY AWARD nella categoria "Best Instrumental Composition": tale brano è a detta di molti critici di fama internazionale, una delle più belle composizioni mai scritte da Piazzolla, oltre ad essere una delle più registrate. Nel 1998, ad Hollywood il brano "LIBERTANGO" vince il GRAMMY AWARD sempre come miglior composizione strumentale dell’anno. (Fonte: http://www.astorpiazzolla.it/biografia.htm) Se esiste un'artista che ha dato tutto per la lotta alla discriminazione razziale e per la piena democrazia nel suo paese questa è proprio Miriam Makeba, grande cantante sudafricana che per decenni ha inondato il mondo dei suoi canti di gioia e dolore, ispirati dalla condizione della popolazione nera in Sudafrica. Voce calda, melodiosa e sincera, Miriam nasce il 4 marzo 1932 in un sobborgo di Johannesburg, ai tempi in cui l'apartheid era una realtà senza scelte. Figlia di una sacerdotessa del culto locale fin da bambina sperimenta sulla sua pelle tutte le sopraffazioni legati all'infame regime dell'apartheid. La sua vita subisce una svolta nel segno di un desiderio di speranza e libertà quando nei primi anni '50 incontra Nelson Mandela che all'epoca stava organizzando l'"African National Congress". Fra i due nasce un'amicizia di ferro che porterà Miriam ad appoggiare sempre le iniziative del carismatico Mandela. Il suo modo di comunicare è quello dell'arte e del canto e sono questi i campi d'elezione della sua attività di protesta: canzoni e melodie che hanno portato sulle ali della musica il dolore e la condizione degli oppressi ovunque nel mondo. Miriam Makeba appartiene alla comunità Xhosa del Sudafrica e, molto legata alle radici del suo popolo, ha iniziato la sua carriera con un repertorio diviso tra il "Kwela Africano" e il "Doowop", lo stile vocale tra Rock'n'roll e Rhythm and Blues degli anni '50. Per rendere la sua musica ancora più speziata di sapori etnici la cantante ha aggiunto al suo genere una forte componente legata al "Griot", che rappresenta la grande tradizione trobadorica africana. E' poi diventata una star con i "Manhattan Brothers", gruppo con il quale ha raggiunto una fama considerevole anche fuori dei confini del suo Paese. Ma la malvagità dell'uomo non ha mai fine e riserva sempre sgradevoli sorprese: per Miriam questo si è tradotto con l'esilio imposto dal governo di Pretoria dopo il suo primo tour negli Stati Uniti del '60. Non potevano tollerare che fosse diventata il simbolo di un popolo oppresso. Resterà lontana dal suo paese per ben trent'anni, una sofferenza enorme per una persona così legata alla propria terra come Miriam. In America fortunatamente ha trova in Harry Belafonte un amico prezioso che l'aiuta a diventare una stella (vincendo addirittura un Grammy, cosa mai successa ad un artista africano). Purtroppo anche in America Miriam incontra serie difficoltà. Nel 1968 sposa Stokely Carmichael, un leader dei movimenti radicali Neri; anche se non ci sono reazioni ufficiali, il suo soggiorno negli States diventa molto difficile. Progetti di dischi e concerti vengono cancellati. Decide allora di tornare in Africa e trova nella Guinea una seconda patria che l'accoglie a braccia aperte. Come delegato di quello Stato prende parte anche a diverse missioni diplomatiche alle Nazioni Unite, dove più volte parla contro la barbarie dell'apartheid. Miriam Makeba grazie al suo impegno civile ha ricevuto premi dall'Unesco e da altre importanti organizzazioni. E' stata ricevuta dai maggiori leader del mondo, da John Kennedy a Fidel Castro, da Francois Mitterand all'Imperatore dell'Etiopia Haile'Selassie. Come artista ha lavorato con personaggi del calibro di Paul Simon, Dizzy Gillespie, Hugh Masekela e Nina Simone. Nel 1990, ad esilio estinto, torna nel suo paese. In Sud Africa riprende a cantare e a impegnarsi in progetti umanitari fra i quali alcuni di tutela delle donne nere. Tanta passione e tanta pervicacia sono state poi ripagate con grandi risultati, tradotti nella fine del regime bianco in Sudafrica e l'inizio di un processo democratico. La vita di "Mama Afrika" - così veniva chiamata - spesa senza un attimo di respiro, è stata caratterizzata da una grande tempra di combattente e da molte sfortune, da un cancro e da un incidente aereo. Ma questa straordinaria "African lady", autentica leggenda, è sempre riuscita a dispensare vere emozioni con la sua grande musica. Muore in Italia, a Castel Volturno, a causa di un attacco cardiaco nella notte tra il 9 e il 10 novembre 2008; aveva appena terminato la sua ultima esibizione, partecipando a un concerto anticamorra dedicato allo scrittore italiano Roberto Saviano. (Fonte: _http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=806&biografia=Miriam+Makeba) |
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