Artista spesso sottovalutata, la sua figura viene riscoperta per merito degli studi femministi. La sua biografia, la sua forza interiore, il suo espressivo e crudo linguaggio pittorico, oltre che la sua determinazione nell'affermare il suo genio artistico, fanno di questa pittrice un simbolo del femminismo internazionale.
Sebbene nel '600 l'arte pittorica sia ancora appannaggio quasi esclusivo degli uomini, la pittrice romana fin da piccola riesce ad apprendere, presso la bottega paterna, le tecniche pittoriche basilari imparando a disegnare, ad impastare i colori e a dar lucentezza ai dipinti. Negatale la possibilità di entrare all'Accademia di Roma (ove le donne sono escluse), l'esperienza maturata nella sopracitata bottega rappresenta per Artemisia una chance per esercitare la sua arte. Il diniego non la scoraggia, ma nella bottega del padre apprende quanto più possibile sulla pittura e al contempo osserva all'opera maestri come Caravaggio, dal quale riprende una spiccata drammaticità teatrale.