Per ciascuna miliardi di secoli di lavorazione; e non è servito a niente! Una di color cinerino appartiene a un certo Giorgio Filicari che non conosco e che dorme. Una ha la forma di San Crisostomo ed è venuta per il nostro arcivescovo che dorme, bontà sua. Ne vedo una lunga e sottile, sdraiata come una sirena sulla spiaggia, con striature argentee e lilla, bellissima; appartiene a una giovane dissoluta che non nomino e che dorme (nel suo letto immenso). Viene la nuvola per il trattore, la nuvola per il linotipista, la nuvola per il mediatore in terreni, per il bambino del vetraio; ma tutti dormono. Però non vedo quelle dei vincitori della vita che, sparsi tra le nostre case, dormono felici. Non una, in mezzo alle miriadi, per coloro che hanno il tristissimo privilegio di avere vinto!
Ma i miei concittadini sono dei gran signori. Stanno con gli occhi chiusi, orizzontali, nelle pose strane e sconce, chiusi nel tanfo delle case, dispregiano le meraviglie. Non torneranno queste nuvole così importanti, non si ripeteranno mai? Che importa? Non è tutta così mal combinata la vita? Il meglio non si butta via? Dunque! Dormiamo, dormiamo come bruti. Tutto si deposita accuratamente nell’archivio dei cieli, non va perso un solo fiato di nebbia, un giorno lo ritroveremo.
(da: Dino Buzzati, In quel preciso momento)