Grazia frequentata la scuola elementare prosegue i suoi studi sotto la guida di un amico di famiglia che gli impartisce lezioni di italiano, latino e francese. Poi, non essendole permesso di fare diversamente, a causa delle rigide convenzioni morali che impediscono alle ragazze di studiare, proseguirà i suoi studi da autodidatta.
A diciassette anni, Grazia Deledda, seppur contrastata dalla famiglia, invia alla rivista "Ultima moda" di Roma il primo scritto, chiedendone la pubblicazione. Si tratta di "Sangue sardo". Inizia così la collaborazione con varie riviste inviando “in continente” le sue novelle a puntate.
Grazia ha solo 21 anni quando pubblica il suo primo romanzo: “Fior di Sardegna”.
Nel 1895 viene pubblicato "Anime oneste".
Nello stesso periodo compare a puntate su "Nuova Antologia" il romanzo "Il vecchio della montagna".
Nonostante conduca vita appartata, Grazia, che ora si trova nella capitale, viene a contatto con alcuni dei maggiori interpreti della cultura italiana contemporanea.
Fra agosto e dicembre del 1900, sempre su "Nuova Antologia", esce "Elias Portolu". Il 3 dicembre nasce il primogenito, Sardus; tenuto a battesimo dal De Gubernatis (avrà in seguito un altro figlio, Franz). La giornata di Grazia si divide fra la famiglia e la scrittura, a cui dedica alcune ore tutti i pomeriggi.
Nel 1904 viene pubblicato in volume "Cenere", da cui verrà tratto un film interpretato da Eleonora Duse (1916).
Nel 1910 vedono la luce due romanzi: "Il nostro padrone" e "Sino al confine".
Al ritmo sostenuto di quasi due testi all'anno compaiono i racconti di "Chiaroscuro" ('12), i romanzi "Colombi e sparvieri" ('12), "Canne al vento"('13), "Le colpe altrui" ('14), "Marianna Sirca" ('15), la raccolta "Il fanciullo nascosto" ('16), "L'incendio nell'uliveto" ('17) e "La madre" ('19). I romanzi compaiono dapprima su riviste ("Nuova Antologia", "Illustrazione italiana", "La lettura" e "Il tempo"), successivamente vengono pubblicati.
Nel 1912 esce "Il segreto di un uomo solitario". Nel 1922 "Il Dio dei viventi".
Il 10 settembre 1926 le viene assegnato il Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: «Per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi». È il secondo autore in Italia, preceduta solo da Carducci vent'anni prima; resta finora l'unica scrittrice italiana premiata.
L'ultimo romanzo "La chiesa della solitudine" è del 1936.
Grazia Deledda si spegne, il 15 agosto dello stesso anno.
Lascia un'opera incompiuta, che verrà pubblicata l'anno successivo a cura di Antonio Baldini con il titolo "Cosima, quasi Grazia".