Questa data si lega strettamente alla storia del movimento per i diritti femminili, ma anche alle lotte operaie. Ce lo dimostrano le varie ipotesi sulla genesi della celebrazione.
La versione più diffusa è correlata a un episodio luttuoso: l’8 marzo 1908 una fabbrica di Washington Square, New York avrebbe preso fuoco e sarebbero morte 129 operaie.
Altre versioni attribuiscono addirittura al padrone della fabbrica, Mr Johson, la responsabilità di tale morte, in quanto egli avrebbe chiuso dentro gli edifici le donne durante uno sciopero.
“Noi donne” nel 1982 parlò ancora di 19 operaie morte e situò l’episodio a Boston nel 1908 e questa versione fu condivisa dal sito “spazio donne”, che però collocò l’evento a Cotton.
In effetti, però, non è stato possibile rintracciare sulla stampa americana del 1908 alcun cenno a una tragedia di tal fatta, che non avrebbe potuto essere ignorata ed è probabile, quindi che l’episodio non si sia mai verificato. A tale conclusione giungono due studiose, Tilde Capomazza e Marisa Ombra nel loro libro “8 marzo, storie, riti e miti della giornata internazionale della donna”.
Fu, comunque, a partire dal 1908 che negli Stati Uniti venne celebrata la giornata della donna, la cui collocazione, però fissata per il 28 febbraio. Quella giornata fu ricordata fino al 1913, collocandola nell’ultima domenica di febbraio, per evitare la sovrapposizione con giornate lavorative. Un altro importante possibile riferimento per la scelta di questa data viene indicato nell’8 marzo 1848 il re di Prussia fu asserragliato nel suo palazzo e terrorizzato dai dimostranti fece varie promesse, tra cui quella di concedere il voto alle donne.
Altre fonti risalgono al 1857 quando a New York centinaia di operaie tessili sarebbero scese in sciopero contro i bassi salari, il lungo orario di lavoro, il lavoro minorile e le inumani condizioni di lavoro. La polizia avrebbe duramente represso lo sciopero.
Sempre di uno sciopero parlano altre fonti e ricordano quello del 1908 cui, sempre a New York, parteciparono molte migliaia (alcuni parlano di 30.000)di lavoratrici tessili.
Più realisticamente, si può ricordare che l’8 marzo 1907 Clara Essner Zetkin [Socialdemocratica, dirigente del movimento operaio tedesco,direttrice del giornale Gleichheit (uguagliana), organizzò con Rosa Luxemburg [teorica della rivoluzione marxista, che fondò il partito socialista polacco e il partito comunista tedesco] la prima conferenza internazionale della donna.
Il 29 agosto 1910 a Copenaghen, in occasione la seconda conferenza internazionale delle donne si propose l’istituzione di una giornata internazionale della donna.
In quella sede fu proposto il diritto universale al voto (differente dal diritto per censo rivendicato dalle suffragette inglesi) e il riconoscimento dell’indennità di gestazione anche per le donne non sposate. Successivamente la giornata fu celebrata in varie parti del mondo e anche in Italia durante e dopo la prima guerra mondiale. Le celebrazioni furono interrotte durante il fascismo e ripresero durante la lotta di liberazione nazionale, come giornate di mobilitazione delle donne contro la guerra, l’occupazione tedesca e per le rivendicazioni dei diritti femminili.
Il primo 8 marzo dell’Italia libera fu preparato dall’UDI nel 1946. In quell’occasione si scelse la mimosa come simbolo della celebrazione. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la mimosa non è stata scelta in base a una precisa simbologia, ma perché è il fiore che è più facilmente reperibile in quel periodo dell’anno.
Nel 1977 l’UNESCO proclamò l’8 marzo giornata internazionale della donna.
(fonte http://www.lomb.cgil.it/8marzo/donne-home.htm)