La sua esperienza teatrale inizia già al tempo del liceo, quando partecipa alla commedia “Il Marchese di Priola”, in un piccolo teatro.
Preso il diploma Gino Cervi si trasferisce a Roma, dove le possibilità di affermarsi come attore sono maggiori, e può incontrare altri giovani con la sua stessa passione.
L’esordio ufficiale avviene nel 1924, a fianco della famosa Alda Borelli, ne “La vergine folle” di Henri Diamant Berger, tratta da un dramma di Henri Bataille.
Nel 1925 Luigi Pirandello lo chiama come primo attor giovane nella compagnia del Teatro d’Arte di Roma, di cui lo scrittore è direttore. Gino Cervi recita accanto a primi attori come Marta Abba, Lamberto Picasso e Ruggero Ruggeri. Con l’opera teatrale “Sei personaggi in cerca di autore”, andrà in tournée a Parigi, Londra, Basilea, Berlino.
Gino Cervi ottiene ben presto visibilità e successo. Il suo aspetto vigoroso e nobile, il suo portamento elegante, la sua voce profonda e seducente, e la sua capacità comunicativa, lo rendono uno dei più stimati interpreti di Goldoni, Sofocle, Dostoevskij e soprattutto di Shakespeare (la sua interpretazione dell' "Otello" è considerata memorabile). Nell’arco di dieci anni lavora con le più note compagnie teatrali italiane. Diviene primo attore nella compagnia Tofano-Maltagliati (1935-1937).
Nel 1932 entra nel mondo del cinema. Esordisce con "L'Armata Azzurra". Negli anni 1934 e 1935 recita nei film "Frontiere" e "Aldebaran", nel 1938 è protagonista nell’avventuroso "Ettore Fieramosca", nel 1941 recita nei film "La Corona di Ferro","I promessi sposi", tra il 1942 e il 1945 in "L'ultimo addio", "Regina di Navarra", "Don Cesare di Bazan", "4 passi fra le nuvole", "Tristi amori", "T'amerò per sempre", "La Locandiera", "Lo sbaglio di essere vivo" e "Le miserie del signor Travet", nella parte del commendatore Francesco Battilocchio.
Nel 1938, insieme ad Andreina Pagnani, Paolo Stoppa e Rina Morelli, costituisce la compagnia semistabile del Teatro Eliseo di Roma, di cui assumerà la direzione nel 1939.
Proseguendo nella sua carriera cinematografica, recita nei film come "La corona di ferro" del 1946, "Anna Karenina" del 1947, "I Miserabili" del 1948, e "La sposa può attendere" del 1949.
Negli anni 50 Gino Cervi con l'attore francese Fernandel, portano sul grande schermo due personaggi creati dallo scrittore Giovannino Guareschi, per la serie di film dedicati a Peppone (Gino Cervi), sindaco comunista, e Don Camillo (Fernandel), agguerrito prete democristiano. Seguono, per la fortunata serie: "Il ritorno di don Camillo" del 1953, "Don Camillo e l' onorevole Peppone" del 1955, "Don Camillo monsignore...ma non troppo" del 1961, e infine "Il compagno don Camillo" del 1965.
Ricordiamo altri film, come"Il Cardinale Lambertini" (1954), “Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo” (1956), "La Maja Desnuda" (1958), "Noi gangster","Brevi amori a Palma de Majorca" e "Cartagine in fiamme" (1959), “Anni ruggenti” e "La monaca di Monza" (1962) e “Gli onorevoli” (1963). Importante è in particolare il personaggio interpretato nel 1960 in “La lunga notte del '43” di Florestano Vancini, prodotto da suo figlio Antonio. In questo film Cervi è "Sciagura", inquietante gerarca fascista che l'attore incarna con straordinaria abilità, costruendone la fisionomia torbida durante buona parte del film e mettendola poi in contrasto con il tratto pacioso e amabile del finale.
E ancora: "Le inchieste del commissario Maigret" (1964), "Il latitante" (1967), e il suo ultimo film "Fratello ladro" (1972).
Lasciate le scene nel 1972, Gino Cervi si spegne, due anni dopo, a Punta Ala, in provincia di Grosseto, il 3 gennaio 1974.