All'età di cinque anni, Beckett inizia a studiare musica nella scuola materna locale che frequenta. Successivamente si trasferisce alla Earlsford House School nel centro della città, vicino Harcourt Street. Nel 1919, frequenta la Portora Royal School a Enniskillen, nella contea di Fermanagh, la stessa scuola che ospitò il grande scrittore Oscar Wilde. Samuel è uno studente molto bravo, eccelle in molte materie e si distingue nell’attività sportiva. Nonostante questo, è un ragazzo solitario, isolato da tutto ciò che lo circonda.
Nel 1923 Beckett studia francese, italiano e inglese al Trinity College di Dublino, dove rimarrà fino al 1927.
Si laurea con un Bachelor of Art e riceve la medaglia d'oro per l'eccellenza dei suoi risultati. Insegna per un breve periodo al Campbell College a Belfast, poi ricopre la carica di lecteur d'anglais alla École Normale Supérieure di Parigi. Qui, grazie a Thomas MacGreevy, un poeta e confidente di Beckett, incontra James Joyce.
A proposito di questo titolo, scelto insieme da Beckett e Joyce, Bair ricorda: “Joyce voleva un titolo che suggerisse non soltanto la distanza temporale tra questi scrittori, ma facesse anche capire che l’influenza dei primi tre culminava appunto in Work in Progress. Beckett spiegò in questo modo i segni di interpunzione: da Dante a Bruno vi è un intervallo di circa tre secoli, da Bruno a Vico di circa uno, e da Vico a Joyce di circa due“.
Lo stretto rapporto fra Beckett, Joyce e la sua famiglia, si raffredda quando respinge la figlia di Joyce, Lucia. Sempre in questo periodo il suo primo racconto, Assumption, viene pubblicato nel periodico Transition, fondato da Eugene Jolas.
Nel 1930, Beckett torna al Trinity College come docente universitario. Alla fine del 1931 abbandona l’incarico segnando la fine della sua carriera di insegnante. Commemora l’avvenimento componendo la quartina “Gnomo”. L’anno successivo inizia a comporre le novelle che confluiranno nella raccolta “Più pene che pane”.
Scrive il suo primo romanzo, “Dream of Fair to Middling Women”. Rifiutato dagli vari editori, sarà poi pubblicato postumo nel 1992.
Nel 1933 due lutti segnano profondamente Beckett: il 3 maggio muore la cugina Peggy Sinclair, suo primo amore, il 26 giugno, William Beckett, padre di Samuel.
Dopo Natale, consigliato dall’amico Geoffrey Thompson, si trasferisce a Londra. Qui, per uscire dalle crisi depressive che lo assillano, si sottopone a una serie di sedute psicoanalitiche con il dottor Bion.
Nel 1934 lavora alla novella Un caso su mille.
Completa la raccolta di racconti “Più pene che pane” che viene pubblicata dalla Chatto & Windus di Londra.
Inizia a lavorare a un nuovo testo, “Sasha Murphy”, che vorrebbe essere un racconto e che, invece, diventerà un romanzo: “Murphy”.
Nel 1935, Beckett pubblica con successo il libro di poesie “Ossa d'eco”, continua a lavorare al suo romanzo “Murphy”, che concluderà l’anno successivo.
Parte per un lungo viaggio in Germania. In questo periodo si fa sempre più forte il suo sentimento di avversione verso il nazismo. Tornato in Irlanda, nel 1937 segue la preparazione per la pubblicazione di “Murphy” (1938), che traduce in francese l’anno seguente. Il litigio con la madre contribuisce alla decisione di trasferirsi stabilmente a Parigi.
Frequenta i caffè della Rive gauche, rafforza la sua amicizia con Joyce, incontra artisti come Alberto Giacometti e Marcel Douchamp.
A Parigi, nel gennaio 1938, Beckett viene accoltellato da un protettore di prostitute. Joyce organizza una stanza privata all'ospedale per il ferito. Suzanne Dechevaux-Dumesnil lo va a trovare e da questo momento i due divengono inseparabili. Nell'udienza preliminare, Beckett domanda al suo assalitore il motivo del suo gesto, la risposta è: «Je ne sais pas, Monsieur. Je m'excuse» (Non lo so, signore. Mi dispiace). Beckett alla fine lascia cadere le accuse contro l'assalitore, un po’ per evitare ulteriori formalità, e anche perché lo trova persona simpatica e dalle buone maniere.
Quando, nel 1939, scoppia la Seconda Guerra Mondiale, Beckett prende la sua posizione: stare dalla parte della Francia così, nel 1940 entra far parte, con Suzanne e l’amico Péron, di un gruppo della Resistenza. Il suo incarico è quello di traduttore, ma si cimenterà anche con i microfilm.
Il 13 gennaio 1941 muore Joyce.
Nel 1942, a causa di una soffiata, Alfred Péron viene arrestato, Samuel e Suzanne riescono a fuggire. Trovano rifugio in una casa di Roussillon. Continua così a sostenere la causa della Resistenza, e inizia a lavorare al suo romanzo “Watt”.
Nel 1945, lasciato il rifugio di Roussillon, Samuel e Suzanne rientrano a Parigi. L’amico Péron muore invece in campo di concentramento. Nello stesso anno termina il suo romanzo “Watt”.
È nuovamente a Dublino. È un momento di introspezione, di grandi cambiamenti. Il segnale decisivo, il primo, è dato dall’abbandono della lingua inglese a favore di quella francese.
Per poter mantenere la residenza parigina, si fa assumere dalla Croce Rossa Irlandese che sta costruendo un ospedale a St-Lô (Normandia). Vi lavorerà da agosto a ottobre come interprete, come autista di ambulanze e camion. È qui, che Beckett viene a contatto, per la prima volta, con la miseria, il dolore, le macerie del dopoguerra. Un’esperienza che influenzerà la sua poetica.
Nel 1946 scrive un reportage radiofonico sui giorni di St-Lô per la Irish Radio: “La capitale delle rovine”. Il testo non verrà mai trasmesso, finirà sepolto negli archivi della radio e rinvenuto solo nel 1983.
Inizia a lavorare a un nuovo racconto intitolato “Suite”. Compone le novelle “Primo amore”, “Lo sfrattato” e “Il Calmante”. Il 24 giugno appare sull’«Irish Times» la poesia Saint-Lô.
A luglio inizia il romanzo “Mercier e Camier” che completerà a ottobre.
Nel 1947, l’editore francese Bordas dà a Beckett un anticipo di 10.000 franchi per M”ercier e Camier”. Poi si rifiuta di pubblicarlo, scoraggiato dalle scarse vendite di “Murphy”.
Compone il dramma in tre atti, “Eleutheria”, che verrà pubblicato e rappresentato solo dopo la morte dell’autore.
A settembre inizia a lavorare al primo romanzo della cosiddetta Trilogia: “Molloy”.
A gennaio 1948 completa la stesura definitiva di “Molloy”. Inizia a lavorare a “Malone muore”, che completa nello stesso anno.
A ottobre, inizia la stesura di un lavoro teatrale: “Aspettando Godot”, che viene ultimata a gennaio 1949. Inizia a scrivere il romanzo “L’innominabile”.
Nel 1950, ultimato “L’innominabile”, inizia a scrivere i “Testi per nulla”, che completerà nel 1952.
Il 25 agosto dello stesso anno muore la madre.
Traduce un’antologia di poesia messicana.
Nel 1951, “Molloy” e “Malone muore” vengono pubblicati da Les Editions De Minuit.
Nel 1952, la stessa casa editrice, pubblica “Aspettando Godot”.
Il 5 gennaio 1953, al Theatre de Babylone di Parigi, va in scena la leggendaria prima di “Aspettando Godot”.
Escono “Watt” e “L’innominabile”.
L’attività di Beckett continua. scrive “Da un’opera abbandonata” (che rimarrà incompiuta), “Finale di partita”.
Nel 1956, scrive il suo primo dramma radiofonico: “Tutti quelli che cadono”, due pezzi teatrali brevi per mimo: “Atto senza parole” e “Atto senza parole II”.
Il 13 febbraio 1957 la BBC trasmette “Turri quelli che cadono”. Il 3 aprile va in scena al Royal Court Theatre di Londra “Finale di partita”.
Nel 1958 la Faber & Faber pubblica “Da un’opera abbandonata”, scrive l’atto teatrale “L’ultimo nastro di Krapp” che va in scena lo stesso anno dal Royal Court Theatre di Londra.
Nel giorno di Ferragosto scrive “Teatro II”, che resterà inedito per quasi vent’anni. Comincia a lavorare a una serie di prose brevi che, solo nel 1976, verranno raccolte sotto il titolo di “Fallimenti”.
Il 17 dicembre, a Ussy, inizia a lavorare a un nuovo romanzo, dal titolo originale di “Pim”, che si trasformerà, in seguito, in “Come è”.
Verso la fine dell’anno si dedica alla composizione di un nuovo radiodramma per la BBC: “Ceneri”.
Il 24 giugno 1959 “Ceneri”, che nel frattempo è stato ultimato, viene trasmesso dalla BBC.
A settembre, a Sorrento, riceve il Prix Italia che gli viene conferito per “Ceneri”.
In autunno il Clarendon Press Institute di Oxford mette in scena “Atto senza parole II” per la regia di John McGrath.
Nel 1959 inizia a lavorare a “Giorni felici”.
Il 25 marzo sposa, in segreto, Suzanne Deschevaux-Dumesnil. Come testimoni avranno i primi due che passano per la strada di fronte all’ufficio del registro.
A maggio completa la stesura di “Giorni felici” che viene messo in scena il 17 settembre dello stesso anno da Alan Schneider al Cherry Lane Theatre di New York con Ruth White nella parte di Winnie.
Scrive il radiodramma “Parole e Musica”. La parte di Musica viene composta da suo cugino John, “Radio I” e “Cascando”.
Nel 1963 scrive la sceneggiatura di “Film”. L’anno seguente è a New York per le riprese di “Film”. Al ritorno scrive “Quello che è strano, via”.
Nel 1965 scrive “Immaginazione morta immaginate”, lavora alla prima versione de “Lo popolatore”.
Per il teatro scrive “Va’ e vieni” e si cimenta per la prima volta con il mezzo televisivo scrivendo il teledramma “Di’, Joe”.
Il 14 gennaio 1966, Deryk Mendel mette in scena “Va’ e vieni” per lo Schiller-Theater di Berlino.
Il 13 febbraio, la rete televisiva tedesca SDF trasmette “Di’, Joe”.
Scrive “Basta” e “Bing”, pubblicati nello stesso anno da Les Editions De Minuit. Lavora alla seconda stesura de “Lo spopolatore”.
Nel 1967 la Faber & Faber pubblica il testo di “Di’, Joe” e la sceneggiatura di “Film”.
L’anno seguente scrive “Respiro”, opera teatrale della durata di 35 secondi.
A giugno 1969, Kenneth Tynan mette in scena “Respiro” nell’ambito del musical erotico “Oh, Calcutta!”. Sostituisce però gli oggetti previsti da Beckett con un gruppo di corpi nudi. Beckett scandalizzato dall’idea che qualcuno abbia osato modificare una sua indicazione di regia, ricorre alle vie legali per risolvere la faccenda.
Mentre è a Tunisi in vacanza, gli comunicano che gli è stato appena assegnato il Premio Nobel. “Che catastrofe!”, è il suo commento.
Nella seconda parte dell’anno, nel giro di alcune settimane, inizia a e porta a compimento la prosa breve “Senza”, che viene subito pubblicata da Les Editions De Minuit.
Nel 1970 viene pubblicato “Lo popolatore” , “Primo amore” e “Mercier e Camier”
A marzo 1972 inizia a lavorare al manoscritto di “Non io”.
Il 22 novembre va in scena “Non io”, al Beckett Festival di New York. Verrà dato alle stampe l’anno seguente da Faber & Faber.
Fra i vari lavori, nel 1974, inizia a lavorare al testo teatrale “Quella volta”.
A marzo 1975 inizia a scrivere il testo teatrale “Passi”, che completerà a novembre.
Durante l’estate completa “Quella volta”.
Nel 1976 la Gotham Book Mart di New York pubblica “Quello che è strano, via”.
Nel volume “Beckett” a cura di Bishop e Federman compare per la prima volta il testo di “Teatro II”.
Ad aprile “Radio II” va in onda sul terzo canale radiofonico della BBC con un cast di eccezione (Harold Pinter, Billie Whitelaw e Patrick Magee) diretto da Martin Esslin.
Esce la prima edizione dei “Fallimenti”.
A maggio va in scena la prima di “Passi” al Royal Court Theatre di Londra con Billie Whitelaw nella parte della protagonista, per la quale Beckett aveva espressamente pensato nello scrivere questo testo, che viene pubblicato dalla Grove Press di New York.
Sempre a maggio (e sempre al Royal Court) va in scena anche la prima di “Quella volta” con Pat Magee nella parte dell’Ascoltatore. Faber & Faber ne pubblica il testo.
A settembre il compositore americano Morton Feldman chiede a Beckett un testo per una sua sinfonia. Beckett concende a Feldman il testo di “Né l’uno né l’altro”.
Scrive “Trio degli spiriti”, la sua seconda opera televisiva. La terza arriva in autunno; “…ma le nuvole…” che andranno in onda il 17 aprile 1977.
Inizia a scrivere “Compagnia”. Vengono pubblicati, da Calder e da Grove, i “Collected Poems in English and French”.
Il 2 ottobre inizia a scrivere un nuovo testo teatrale sulla morte: “Un pezzo di monologo”.
Nel 1978 termina la composizione del ciclo delle “Filastroccate”. L’anno seguente conclude la stesura di “Compagnia”, che viene pubblicato dalla John Calder di Londra. Inizia a scrivere “Mal visto mal detto”.
Il 28 aprile conclude anche la stesura di “Un pezzo di monologo”. David Warrilow lo porterà in scena dal 14 al 31 dicembre dello stesso anno al La Mama Theater di New York.
A maggio Walter D. Asmus mette in scena “Teatro I” e “Teatro II” per lo Schiller Theater di Amburgo.
Nel 1980 scrive “Dondolo”. Il 13 ottobre la RAI trasmette “Radio I”. Una settimana dopo (20 ottobre), viene trasmesso anche “Radio II”.
Verso la fine dell’anno riesce finalmente a completare “Improvviso dell’Ohio”.
il 1981 vede concludersi la stesura di “Mal visto mal detto”, pubblicato da Les Editions De Minuit. Inizia a scrivere “Peggio tutta”.
Ad aprile trascorre i giorni del suo compleanno negli studi televisivi della SDR di Stoccarda per dirigere le riprese di “Quad”, la sua nuova opera televisiva, che verrà trasmessa l’8 ottobre. L’8 aprile, al Centre for Theatre Research di Buffalo va in scena la prima di “Dondolo”. Il 9 maggio, va invece in scena “Improvviso dell’Ohio” allo Stadium 2 Theater di Columbus (Ohio). La Grove Press di New York pubblica “Rockaby and other short pieces”.
Il 1° luglio 1882 va in scena, al Festival di Asti, la prima italiana di “Improvviso dell’Ohio”. Protagonista Virginio Gazzolo diretto da Giancarlo Romani Adami.
Il 21 luglio, il Festival di Avignone propone in anteprima “Catastrofe”, scritto in segno di solidarietà al drammaturgo boemo Vaclav Havel, imprigionato come sovversivo per aver fondato un Comitato per la difesa di quanti venivano ingiustamente perseguitati.
Nel 1983 ultima la stesura di “Peggio tutta”. Inizia a scrivere una nuova prosa: “Fremiti fermi”.
Negli archivi della stazione radiofonica irlandese Radio Eireann viene rinvenuto il testo di “La capitale delle rovine”.
Ruby Cohn convince Beckett a dare alle stampe un bel po’ di materiale raro o inedito. Beckett, dapprima riluttante, alla fine accetta. La raccolta antologica verrà intitolata “Disiecta”.
A partire dal 1986 inizia a soffrire di enfisema. Le sue condizioni di salute, pur con alti e bassi, continueranno a peggiorare fino alla sua morte.
Nel 1987 finisce di scrivere “Fremiti fermi”, la prosa breve che aveva promesso a Barney Rosset.
L’anno successivo, Barney Rosset pubblica per le sue neonate edizioni Blue Moon Books “Fremiti fermi” in un’edizione a tiratura limitata con illustrazioni di Le Brocquy e firma autografa di Beckett su ogni copia.
Beckett sta sempre peggio. Vittima di frequenti vertigini con conseguenti cadute. Viene ricoverato. Nel letto della casa di cura Le Tiers Temps compone “Qual è la parola”, il suo testamento poetico.
Durante l’estate del 1989, con enorme fatica, ultima la traduzione in inglese di “Qual è la parola”. È l’ultima volta che Beckett lavora a un suo testo.
Il 17 luglio muore Suzanne. Beckett non è in condizioni da poter partecipare ai funerali, ma vi si reca comunque sorretto da alcuni amici.
L’8 dicembre Beckett viene ricoverato al reparto di neurologia dell’ospedale di Saint-Anne. Due giorni prima aveva avuto un collasso. L’11 dicembre entra in coma.
Il 22 dicembre il respiro di Beckett si ferma. Per sempre.