Gracile e delicato di salute, come i fratelli che moriranno giovani, Giovanni, che gode della protezione della piccola nobiltà di Iesi, riceve i primi insegnamenti di violino da F. Mondini, direttore della cappella comunale di Iesi, mentre il direttore della cappella del duomo, F. Santi, gli insegna il contrappunto. Giovanni completa i suoi studi musicali a Napoli, nel conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, nella classe di violino diretta da D. De Matteis. Si fa notare, per il suo talento, soprattutto nella classe di composizione di G. Greco e poi di F. Durante.
Nel 1731 termina l’apprendistato col dramma sacro La conversione di san Guglielmo d’Aquitania, eseguito nel chiosco di Sant’Agnello Maggiore.
Nel 1732 assume la direzione della cappella del principe Ferdinando Colonna-Stigliano a Napoli. Lo stesso anno viene eseguita la sua prima commedia musicale, Lo frate ‘nnamorato. Alla fine di novembre, in occasione delle distruzioni provocate dal terremoto, scrive un vespro e la messa in re maggiore per 2 cori a 5 voci, 2 orchestre e 2 organi. Seguirà poco dopo un’altra messa in fa maggiore.
Nel 1734, la rappresentazione del Prigionier superbo, i cui intermezzi, col titolo La serva padrona, sono un vero trionfo, tanto che avranno subito vita autonoma al di fuori del dramma. Ripresenta inoltre, Lo frate ‘nnamorato, arricchito di nuove arie.
Intanto a Napoli si assiste alla ritirata degli austriaci e all’ingresso di Carlo di Borbone (Carlo III).
Per il duca Domenico Marzio IV di Carafa-Maddaloni, Pergolesi scrive la Sonata per violoncello.
Sempre nel 1734 si rappresenta, Adriano in Siria, del quale saranno ancora applauditi soprattutto gli intermezzi, Livietta e Tracollo.
All’inizio del 1735 viene eseguita, a Roma, l’Olimpiade, sulla quale si hanno resoconti contrastanti dai contemporanei. Dopo la morte di Pergolesi, l’opera riceverà splendide accoglienze a Venezia.
Tornato a Napoli, diventa organista soprannumerario della cappella regia.
Nell’autunno del 1735 la sua ultima opera buffa, Il Flaminio viene rappresentata al Teatro Nuovo di Napoli.
Malato di tisi, Pergolesi si ritira nel convento dei cappuccini di Pozzuoli. Qui compone lo Stabat Mater (per soprano, contralto, archi e basso continuo), commissionato dalla "Confraternita di San Luigi di Palazzo sotto il titolo della Vergine dei dolori" e già iniziato a Napoli.
A Pozzuoli, l’aggravarsi della malattia, lo conduce alla morte. È il 16 marzo 1736, Giovanni Battista Pergolesi, ha appena ventisei anni.
P.B.