Il Padre che ad Alba è proprietario di un negozio di macelleria, esercita sul figlio un fascino particolare; la sua figura è ricordata in tutta la sua dignità della professione e con tutta la forza di un Mito in un suo libro dal titolo "Un giorno di fuoco". Nella città piemontese di Alba, Beppe Fenoglio termina con eccezionale profitto le scuole elementari, ottiene il consenso di frequentare il Ginnasio e poi il Liceo Classico. Questo periodo si rileva molto importante ed è una esperienza fondamentale che sarà rievocata in alcune pagine del suo libro "Primavera di Bellezza"; inoltre è resa più profonda dall'amicizia con i due professori Leonardo Cocito e Pietro Chiodi "rispettivamente Corradi e Monti nel romanzo citato", per Fenoglio oltre che ottimi insegnanti sono maestri di antifascismo.
Si accosta con particolare entusiasmo alla cultura inglese, impegnandosi sopratutto nella lettura di Shakespeare e di scritti storici come il periodo Elisabettiano, il Seicento, Cromwell, per poi appassionarsi alle opere di scrittori come Marlowe, Hopkins e Browning. Alla radice di questa propensione esiste un duplice motivo, uno di carattere generale e uno di carattere strettamente personale. Il primo è da ricercarsi nel fermento culturale per la sua scoperta della letteratura inglese e americana, cosa che si verifica in Italia proprio nel decennio che precede la Seconda Guerra Mondiale.
Sono questi gli anni delle traduzioni di Cesare Pavese e dell'opera di divulgazione da parte dei nostri migliori uomini di cultura; nel 1935 lo scrittore Cecchi pubblica il libro dal titolo "Scrittori Inglesi e Americani", nel 1941 viene sequestrata la prima edizione dell'antologia "Americana" curata da un altro illustre scrittore, Elio Vittorini, che in seguito scaturendo una manifestazione parallela all'opposizione politica al regime, finiscono in carcere o al confino.
Beppe Fenoglio, ancora in età adolescenziale, non sente ancora questi stimoli ad un livello cosciente; in lui l'ammirazione per la civiltà anglosassone nasce da un profondo e istintivo disgusto verso il Fascismo velleitario e provinciale, che offre le sue esibizioni più volgari nel costume dell'avanguardismo e delle esercitazioni premilitari. A questa personale adesione contribuisce in maniera esagerata, un suo disagio nei confronti della lingua italiana "la madre di tutte le lingue", dovuto all'umile estrazione sociale e alle connesse abitudini linguistiche di Fenoglio; che all' italiano dei libri preferisce sostituire un proprio diverso ideale linguistico: l'inglese.
La stagione dell'adolescenza purtroppo è destinata a chiudersi bruscamente per tutti i compagni del liceo, molti dei quali partono nel 1940 per la guerra. Fenoglio nel frattempo si iscrive alla facoltà di letteratura a Torino sempre nel 1940, ma rimane molto deluso dall'esperienza universitaria, in quanto si sente a disagio per la sua balbuzie che lo condiziona deprimendolo; in più è amareggiato perché la realtà universitaria italiana è troppo lontana dall'atmosfera dei college di Oxford, luogo in cui dentro di sé sogna di andare.
Fenoglio non conclude gli studi in quanto viene chiamato alle armi nella città di Roma, dove frequenta il corso per allievi ufficiali. In quel periodo pur essendo culturalmente di sinistra comincia ad approvare le letterature e i libri di Gabriele D'Annunzio e la cultura fascista con un'ammirazione particolare per Italo Balbo, tragicamente scomparso nel 1940 in Libia da fuoco amico. Ma dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e la fuga di Badoglio e del Re, l'esercito si sbanda e Fenoglio riscopre i valori di sinistra e riesce a raggiungere la città di Alba.
Si rifugia con il fratello Walter, più giovane di lui di un anno, in una casa presa in affitto dalla sua famiglia oltre il fiume Tanaro, ma dopo la morte di Cocito, impiccato dai fascisti nel paese di Carignano nel settembre del 1944 e la cattura con deportazione in un lager di Bolzano di Chiodi, decide di entrare in una formazione partigiana che opera sulle Langhe, mentre i fascisti della repubblica di Salò per rappresaglia arrestano i suoi genitori.
Dopo un breve soggiorno presso i garibaldini o "rossi", passa ai badogliani o "azzurri" del comandante Mauri, che sarà presente con il nome di Nord nel "Partigiano Johnny", dove svolge la funzione di ufficiale di collegamento con la missione Inglese. L'esperienza partigiana nei luoghi d'infanzia è consumata con entusiasmo e partecipazione totale: Fenoglio è presente tra il 9 e il 10 ottobre del 1944 all'occupazione di Alba da parte dei partigiani e al ritorno in città della guarnigione fascista, che in età più adulta ne scriverà il Libro dal titolo "I Ventitrè Giorni della città di Alba".
Beppe Fenoglio vive lo sbandamento delle formazioni partigiane nell'inverno tra il 1944 e il 1945 prendendo parte allo scontro di Valdivilla e la definitiva liberazione del Piemonte nell'aprile dello stesso anno. Finita la guerra accantona l'idea di ritornare all'università; ai familiari che si rammaricano per la laurea non conseguita egli replica che sarà il suo primo libro pubblicato la sua laurea. Durante il periodo di libertà comincia a scrivere una vasta cronaca a sfondo autobiografico. Gli basta scrivere e vivere in provincia, rimanendo chiuso per sua scelta fuori dal grande contesto letterario. Non conosce l'atrofia intellettuale, quindi riprende gli studi degli scrittori elisabettiani, si accosta alla letteratura americana traducendo le opere letterarie di Hopkins nel 1951; in seguito taduce in italliano le opere letterarie di "Evelyn Hope" di Browning, "Murder in the Cathedral" di Eliot, "La Ballata del Vecchio Marinaio" di Coleridge.
Nel 1952 esce la prima opera letteraria di Beppe Fenoglio con il libro "I Ventitrè Giorni della città di Alba. Nel 1954 "La Malora" gli procura il primo successo indiscusso presso la critica letteraria Italiana. Nel 1959 scrive il suo terzo libro dal titolo "Primavera di Bellezza". Nel 1960 sposa la graziosa Luciana Bombardi; il matrimonio è celebrato con rito civile ed allietato l'anno seguente dalla nascita della figlia Margherita.
Fenoglio dal carattere e temperamento schivo non è un organizzatore o un mediatore di culture, non gli interessa la pubblicità, le proprie energie le spende nella quotidiana fatica dello scrittore. A stento un amico riesce a trascinarlo in Versilia nel 1962 per ritirare il premio "Alpi Apuane", conferitogli per il racconto "Ma il mio amore è Paco". Dopo la premiazione ricomincia a dedicarsi assiduamente ai nuovi lavori. Ma improvvisamente nel 1962 compaiono le prime avvisaglie del male che lo rende più debole fisicamente.
Costretto ad abbandonare i libri trascorre in autunno un mese a Bossolasco nelle sue colline, nella speranza che l'aria gli giovi, ma a nulla vale questo soggiorno e la degenza all'ospedale di Bra e alle Molinette di Torino, dove i medici scoprono la natura del male che lo consuma: un bruttissimo tumore ai polmoni. La morte lo raggiunge a soli 41 anni tra il 17 e il 18 febbraio del 1963.
(Fonte: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=2360&biografia=Beppe+Fenoglio)